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07 aprile 2016

La Pistoia di Massimo Baldi 1986-2016: l’eredità di un archi­tetto urba­ni­sta

Gio­vedì 7 aprile alle 15 la Biblio­teca San Gior­gio di Pistoia ospi­terà l’inaugurazione della mostra La Pistoia di Mas­simo Baldi 1986 – 2016: l’eredità di un archi­tetto urba­ni­sta. Orga­niz­zata per cele­brare il tren­ten­nale della scom­parsa di Mas­simo Baldi, pre­sen­terà al pub­blico docu­menti mai espo­sti prima. Inter­ver­ranno il sin­daco di Pistoia Samuele Ber­ti­nelli e gli archi­tetti Monica Baldi, figlia di Mas­simo, e Giu­seppe San­toro, pre­si­dente di Inar­cassa (Cassa nazio­nale di pre­vi­denza e assi­stenza per inge­gneri e archi­tetti liberi professionisti).

L’evento sarà arric­chito dalla per­for­mance al vio­lon­cello del mae­stro George Geor­ge­scu, che inter­pre­terà la Suite n° 3 in do mag­giore di Johann Seba­stian Bach. L’iniziativa si col­loca nell’ambito della ras­se­gna Leg­gere la città, che ani­merà Pistoia dal 7 al 10 aprile e sarà incen­trata sul tema La città del dia­logo. La mostra, curata dagli archi­tetti Monica Baldi e Lorella Zap­pa­lorti, sarà visi­ta­bile fino a lunedì 18 aprile negli orari di aper­tura della biblio­teca. Sabato 9 aprile, in occa­sione della notte bianca, è pre­vi­sta un’apertura straor­di­na­ria fino alle 24.

Nell’apposito spa­zio espo­si­tivo all’ingresso e nelle vetrine della biblio­teca saranno espo­sti alcuni pro­getti, digi­ta­liz­zati per l’occasione, che dopo la mostra potranno entrare a far parte dell’archivio online del Comune di Pistoia (gli ori­gi­nali sono attual­mente depo­si­tati all’Archivio di Stato di Firenze). I dise­gni scelti per l’esposizione, rela­tivi soprat­tutto all’edilizia pri­vata, agli edi­fici pub­blici e all’urbanistica, sono: aree ex Breda (1973); liceo scien­ti­fico (1968); bar Campo Mar­zio in piazza della Resi­stenza (1958); Casa del popolo di Bot­te­gone (1954); casa stu­dio Viva­relli (1969); casa Bonan (1955); casa Bat­ti­loni (1969); casa Di Stasi (1966); casa Cimo­roni (1969); casa Gia­co­melli — Banci (1964); Tec­no­casa (1955); con­ces­sio­na­ria auto e con­do­mi­nio in viale Adua (1973).

Mas­simo Baldi nasce a Pistoia il 3 dicem­bre 1927. Ini­zia l’attività pro­fes­sio­nale nello stu­dio tec­nico del padre Romolo. Negli anni ‘50 affronta il pro­blema delle Case del popolo, sfrat­tate dai vec­chi locali, e risolve il caso di Bot­te­gone insieme a un col­lega fio­ren­tino. Due espe­rienze ammi­ni­stra­tive lo coin­vol­gono sul finire dello stesso decen­nio: la prima nel con­si­glio di ammi­ni­stra­zione degli Isti­tuti rag­grup­pati e la seconda, con l’elezione a con­si­gliere comu­nale iscritto nel gruppo socia­li­sta, quale vice­sin­daco fino al 1960. Il 1957 è l’anno del matri­mo­nio con Erne­sta, che col­la­bora con lui fino al 1975, seguito dalla nascita delle figlie Eli­sa­betta e Monica. Dal 1960 al 1970 rico­pre il ruolo di pre­si­dente della Com­mis­sione cen­sua­ria comu­nale di Pistoia. È mem­bro del Comi­tato regio­nale per i beni cul­tu­rali della Toscana, sin­daco revi­sore del Cen­tro studi di sto­ria dell’arte, esperto dell’Ente pro­vin­ciale del turi­smo di Pistoia, socio dell’associazione nazio­nale Cen­tri sto­rici e arti­stici e, dal 1972, mem­bro del comi­tato tec­nico dello Iacp (isti­tuto auto­nomo case popo­lari) di Pistoia. Per le sue com­pe­tenze pro­fes­sio­nali viene nomi­nato dal Con­si­glio regio­nale toscano, nel set­tem­bre 1972, mem­bro della Com­mis­sione regio­nale tecnico-amministrativa – sezione urba­ni­stica e beni ambien­tali –, inca­rico che man­terrà fino alla scom­parsa. Nel 1981 viene eletto pre­si­dente dell’Ordine degli archi­tetti della Pro­vin­cia di Pistoia, appena costi­tuito, e in seguito anche della Fede­ra­zione degli ordini degli archi­tetti della Toscana; inca­ri­chi rico­perti fino alla fine dei suoi giorni.

Il 2 mag­gio 1986 Mas­simo scom­pare, a Firenze, a seguito di un inci­dente stra­dale avve­nuto nella notte fra il 13 e il 14 feb­braio dello stesso anno, sull’autostrada A11, nel tratto Mon­te­ca­tini Terme — Pistoia, a poche cen­ti­naia di metri dalla città che aveva real­mente amato e voluto sem­pre più moderna e fun­zio­nale. L’archivio dell’attività pro­fes­sio­nale, immenso patri­mo­nio costi­tuito da pro­getti, dise­gni, studi e docu­menti, è stato dichia­rato d’interesse cul­tu­rale dalla Soprin­ten­denza archi­vi­stica per la Toscana ed è depo­si­tato all’Archi­vio di Stato di Firenze.

Per infor­ma­zioni con­tat­tare il numero 0573 371690.

Fonte: Leggere la città